Max Pezzali loda Matteo Renzi: “Sarebbe perfetto per fare il premier”

Max Pezzali, nel corso della presentazione del concerto che terrà questa notte in piazza della stazione, a Firenze, ha lodato il sindaco del capoluogo toscano, Matteo Renzi, sottolineando che gli dedicherebbe il suo celebre brano “Sei un mito”.

“Certamente, Matteo è già una leggenda vivente. Per me è un fuoriclasse, uno di quelli che si capisce, indipendentemente dall’opinione politica, e dall’idea politica del sindaco, che è nato cavallo di razza, che nasce come uno di quelli in grado di fare la differenza, che ha quel quid in più. Non è un’epoca in cui ne siano nati tanti in questo senso… sarebbe perfetto per fare il premier” ha dichiarato Pezzali.

Max Pezzali per “Gli Amici di Lapo”

Sulla maglietta svetta la frase “Hilo is my friend”. Scritta bianca su sfondo nero o viceversa.
Le magliette distribuite SOLO (non on-line) durante la tournee italiana di Max Pezzali, un tour da tutto esaurito che arriverà a Firenze il 30 novembre al Mandela Forum, con già il sold out. 
Hilo è il figlio di 5 anni del cantante. E le t-shirt hanno uno scopo benefico: aiutare l’associazione di Impruneta “Gli amici di Lapo”.

Nel ricordo di Lapo Quadalti, sostiene le famiglie che affrontano la sindrome di Kawasaki, una grave infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni che può, in alcuni casi, causare un aneurisma o una stenosi dei vasi colpiti, con esiti anche letali. Colpisce per lo più bambini sotto i 5 anni. I sintomi sono febbre alta che non si abbassa neanche con la tachipirina, labbra e lingua color rosso fragola, congiuntivite bilaterale, desquamazione dei palmi delle mani e dei piedi, pianto inconsolabile.

Hilo Pezzali l’ha avuta. I medici, riconoscendola in tempo, lo hanno guarito senza conseguenze permanenti. I bimbi che hanno la sua fortuna, con una terapia da seguire per qualche anno possono lasciarsi alle spalle questa brutta esperienza.
Ma non a tutti capita così. In alcuni casi ci sono danni permanenti o addirittura la morte.

Così Max ha deciso di dare una mano a chi non ha avuto la stessa fortuna del figlio.
“Pochi giorni prima dell’apertura della tournee a Milano – spiega Gaia Montera, la mamma di Lapo – ho ricevuto la telefonata dell’assistente di Pezzali. Pensavo fosse uno scherzo o avesse sbagliato. Invece mi ha spiegato che il cantante ci aveva trovato su internet e aveva intenzione di sostenere le nostre iniziative”. Un aiuto inatteso quanto prezioso. L’associazione infatti vive di contributi con i quali aiuta le famiglie e sostiene la ricerca sul Kawasaki.

Ai concerti di Pezzali viene allestito un banco e spiegata come spesso genitori e pediatri non riconoscono in tempo utile i sintomi di questa patologia. “Perciò – spiega il cantante – ho pensato di aiutare l’associazione  in modo da informare le persone dell’esistenza della malattia e di come riconoscerla e curarla. Perché vorrei che tanti bambini avessero la fortuna che ha avuto Hilo”.

Informazioni:
www.gliamicidilapo.org
email associazione@gliamicidilapo.org

Fonte: LaNazione.it

Max Pezzali: “Un tour per celebrare 20 anni di carriera e inviterò Mauro Repetto”

Sold out al PalaBam di Mantova per la prima tappa

Ventotto canzoni e oltre due ore di festa e celebrazione di vent’anni di carriera. Max Pezzali ha lanciato “Max 20 Live Tour” con prima tappa al PalaBam di Mantova sold out. “Ho perso 24kg e sul palco mi sono divertito perché sono riuscito a scatenarmi”, ha detto il cantante a Tgcom24. Previsti grandi ospiti a Roma e Milano. Di certo in una data top secret ci sarà anche l’ex 883 Mauro Repetto.

Il concerto si è aperto col nuovo singolo “Ragazzo inadeguato”, “I cowboy non mollano” (che è anche il titolo della sua autobiografia), la canzone che ha spopolato questa estate “L’Universo tranne noi”. A seguire i grandi successi come “Gli anni” (sul megaschermo scene di film e telefilm cult da “Ritorno al futuro” a “Happy Days”), “Come mai”, “Sei un mito” (accompagnato dal videoclip originale in bianco e nero con Repetto), “Hanno ucciso l’uomo ragno”, ma anche “La regola dell’amico”, “Con un deca” arricchita dal botto di otto cannoni con banconote false di dieci mila lire col viso di Pezzali e “Nord Sud Ovest Est”. A chiudere il medley acustico tra pianoforte e chitarre “Nient’altro”, “Ti sento”, “Io ci sarò”, “Eccoti”, “Canzone d’amore”. Infine “Sempre noi”. Il dj Shablo ha mixato in diversi momenti dello show i brani, regalando una atmosfera da disco.

Lo spettacolo è ricco, e in tempi di crisi non è poco, tra scenografia ad effetto e luci calde e avvolgenti con al centro i fan del cantante ripresi più volte dalle telecamere per apparire sui cinque megaschermi. Da segnalare la valida band dall’ex Bluvertigo Sergio Carnevale (batteria) al richiestissimo Davide Ferrario (tastiere, voce, chitarrista) che ha dato la giusta energia ai brani in scaletta. Max ha tracciato un bilancio della serata al termine del concerto: “Avere un tour che parte bene dal punto di vista dell’allestimento è un buona partenza. Tutto questo è stato reso possibile grazie ai fan che hanno comprato a scatola chiusa lo spettacolo con sold out quasi ovunque. Io ho voluto ringraziarli con una grande resta in cui celebriamo vent’anni di musica iniziati con gli 883.

Quando cantano insieme a me è sempre un bell’effetto e mi arriva tutta la l’energia del pubblico”. Dall’annuncio del tour, in poco più di due mesi sono triplicate le date di Milano (18-19 novembre) e Roma (26-27 novembre), molte delle città in calendario a novembre e dicembre hanno già registrato il sold-out, e sono state aggiunte nuove date per il mese di febbraio 2014.

Max Pezzali e il successo di Ragazzo inadeguato

Max Pezzali vive un momento d’oro, il suo ultimo singolo “Ragazzo inadeguato” ha festeggiato 500.000 click proprio l’altro giorno. Questa è l’ennesima canzone di successo uscita dal suo ultimo album “Max 20”, che farà anche parte della colonna sonora del film di Paolo Ruffini “Fuga di cervelli“, che uscirà il 21 novembre.

Il cantante di Pavia festeggia vent’anni di carriera e ha deciso di condividere la gioia di questo traguardo con tutti i suoi fans con l’uscita dell’album “Max 20” e del libro “I cowboy non mollano mai”, la sua autobiografia scritta in collaborazione con Alberto Piccinini e Giovanni Robertini. Si tratta di 224 pagine per spiegare, dall’infanzia ai giorni nostri, il percorso di un ragazzo che si è sempre sentito un po’ inadeguato ma che di questa sua condizione ne ha sempre fatto quasi un punto di forza.

Tantissimi i concerti che terrà, le date si sono moltiplicate e tantissime le città che visiterà: da Morbegno a Roma, da Mantova a Rimini, da Conegliano a Napoli, percorrerà tutta l’Italia per cantare i suoi grandi successi come “Gli anni“, “Sei un mito“, “Come mai” e “Nessun rimpianto“.

Dopo aver vissuto un periodo di oblio, nell’ultimo periodo il cantante è stato ampiamente rivalutato. Adesso, che si trova ad essere considerato come un simbolo generazionale degli anni Novanta, Max Pezzali spiega tutto questo successo con una battuta: “Io, nonostante sia sempre uncool, per uno strano allineamento astrale oggi sono cool. Anche un orologio fermo due volte al giorno ha ragione. Quando l’uncool fa tutto il giro, due volte può essere cool. Ma è solo un caso”.

77 VOLTE MAX: i 7 motivi per cui è il più grande cantante dall’Unità d’Italia

Sento che è venuto il momento per me di fare un tributo come si deve al più grande dei grandi, al primus inter pares, al Poeta. Sto parlando del Max nazionale. No, non mi riferisco a Massimo Giletti e nemmeno a Max Tortora. Ma solo a lui, all’unico vero ed inimitabile Max. Quello che ha cantato la nostra vita e in cambio vuole solo 20euroesettanta per l’ultimo cd (occhio Max, chè va bene tutto ma la corda dopo un po’ si spezza). Ho sentito di dover celebrare ‘sto gran pezzo di musica italiana dopo aver letto un bell’articolo sulla semantica di Pezzali e dopo essermi posto la domanda: ma perché Max è il più grande cantante degli ultimi centocinquant’anni?
1.       LA RAGIONE DEL SUO SUCCESSO. No aspetta, non avete capito, mi sono spiegato male. Tra LA e RAGIONE ci deve essere una virgola. La, ragione del suo successo. Lontano dalle pretese canore e stilistiche superflue, ma sempre fedele alla regola che squadra che vince non si cambia, Maximilione ha capito che scrivere tutte le canzoni con la stessa tonalità è la via. E così, da trent’anni a questa parte, sono passati il groppo in gola il cuore che batte i tacchi alti e la gonna corta, ma lei no, la nota accessibile, la nota musicalmente nazionalpopolare è rimasta. Diventando marchio di fabbrica inconfondibile. Se la scelta sia stata legata alla scarsa disponibilità di ottave del cantante o ad una precisa Weltanschauung artistica è un segreto che si porterà Repetto nella tomba.
2.       KARAOKEY. Il secondo motivo si ricollega al primo. Max non è solo Profeta e Poeta. È anche uomo umile e modesto. Per questa ragione si è sempre guardato bene dallo sfoggiare le sue innegabili doti canore (no Max, avere tre cani non vuol dire avere doti canore….). Perché Max quando canta è l’uomo qualunque, anzi è l’uomo chiunque e come tale chiunque può cantare come lui. Vi sfido infatti a partecipare ad un karaoke in un qualunque sabato sera presso un qualunque bar lungo tutta la nostra penisola senza che qualcuno proponga un “Nord sud ovest est” o “Hanno ucciso l’uomo ragno”. Vi sfido. Tra l’altro la vittoria è assicurata, proprio perché non conosco persona al mondo che canti male una canzone di Max e così anche chi è stonato come un’autoambulanza, che durante questi eventi si sente emarginato, può godere di quattro minuti e venti di gloria pura, grazie anche al coro di voci galvanizzate che sempre si solleva durante una sua canzone (grazie Max).
3.       L’ABITO NON FA IL MONACO. Altro motivo di stima assoluta di Max è senza dubbio l’aspetto fisico, che diciamo che rema un po’ contro. Non è, infatti, facile riempire palazzetti e far cantare un popolo intero vestendosi come un magazziniere di una ditta di laminati. Eppure Lui ce l’ha fatta, checché se ne dica. Già da ragazzo il nostro eroe non era esattamente un adone che ti scalda come un termosifone (nonostante all’epoca intasasse alcuni suoi video di astrofighe da maneggio…dai Maxxi, non sei credibile, abbassa un po’ il tiro). Poi il tempo è passato. Come una mototrebbiatrice. E a ben vedere ha fatto anche retromarcia diverse volte. Nonostante sia senza capelli, abbia delle occhiaie da violenza domestica e si sia inspessito come un piumino invernale, ha avuto comunque il coraggio di presentarsi a Sanremo e di organizzare un tour lungo un sogno. Max è l’uomo che non ha paura di invecchiare e di mostrarsi così com’è (sì Max, ma se continui così la paura poi ce l’hanno gli altri).
4.       SE SOLO AVESSI LE PAROLE. E Max ce le ha. Cazzo se ce le ha. Sempre giuste. Sempre esatte. Lui conosce la vita e te la racconta. Ti insegna la tua esistenza. E canta ciò che ti è capitato o ti capiterà. È un po’ come gli oroscopi di Paolo Fox. E tu quando lo ascolti non puoi fare a meno di dire “Porca vacca è proprio vero..è proprio così..sto cazzo di Peugeot in salita fa una fatica da porco che mi tocca scendere e spingerlo io da dietro, che poi mi costa un totale di RCAuto..la prossima settimana mi faccio l’abbonamento ai mezzi”.
5.       MAXKETING. Max è l’unico artista che ha capito la forza coagulante delle canzoni brutte. Scientemente ha deciso, da un po’ di tempo a questa parte, di fare canzoni oggettivamente imbarazzanti (Maxi tuttoaposto??). Ovviamente questa non è altro che una mossa di marketing brillante. Infatti tutti i fans, non appena hanno sentito ‘ste vaccate allucinanti hanno gridato tutto il loro dolore come fanno i gabbiani quando vanno a morire e si sono rifugiati nelle vecchie canzoni, unico lenitivo alle ferite musicali inferte dal loro idolo. Ma si sa, Max ha costruito tutta la sua carriera sull’adagio “si stava meglio quando si stava peggio” e il suo sostenitore medio è intrinsecamente convinto di questa verità. Max non fa altro che rafforzare in loro tale convinzione, che il passato è sempre migliore del presente, che tutto passa e tutto se ne va e che, in definitiva, “si stava meglio quando si stava Max”.
6.       MAXIMA COERENZA. Parliamoci chiaro. Pur essendo il cantante della Verità, Maximilione non ha mai avuto dei gran contenuti: amici, birra, motori, patata, due di picche, abbandono, patata, inadeguatezza, amore, nostalgia e patata (o nostalgia della patata, vedete voi). E questa scelta l’ha portata avanti sempre. Non è di quei cantanti che si svegliano una mattina e decidono di impegnarsi. Di darsi un tono perché alla fine se sulla carta d’identità mi faccio aggiungere che sono anche intellettuale entro gratis al cinema il martedì e il giovedì. Voglio dire, uno può uscire da Amici e poi avere la pretesa di cantare di bolle speculative sui titoli immobiliari, disoccupazione strutturale e del Mistero dell’Immacolata Concezione? Bah. Max invece no, non è sceso a compromessi. A costo di scrivere delle banalità disarmanti, non tradisce mai. Piuttosto scade nel bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. E sono convinto che va ancora a ballare al pomeriggio e che il sabato pome gira ancora per Pavia a fare le penne, anche se il medico gliel’ha sconsigliato per via dell’ernia.

7.       PETER MAX. Max Pezzali come Peter Pan. Tutti quelli che non vogliono crescere, che giocheranno a calcetto tutta la vita, che organizzeranno le cene di classe anche superati i cinquanta, che rimpiangeranno i Pokemon e il Gameboy color trasparente (o nell’improponibile versione viola), che rimpiangeranno la terza liceo, che si racconteranno per la trecentonovantesima volta degli scherzi fatti in gita di classe, che rimpiangeranno l’estate caldissima come condizione permanente dell’anima, che si lasceranno tentare dal rifarsi il codino, dal rimettersi l’orecchino, dal risentire una ex, dal riesumare il lettore cd portatile, dalle AirMAX (è un caso??????io credo di no), dalla cintura con la fibbia modello cintura di sicurezza dell’aereo e dal Bacardi al limè non potranno che amare Max per tutta la vita, perché, lui l’aveva già capito, eravamo felici ma non lo sapevamo.

Max Pezzali: “Mauro Repetto? Il suo motto era: “Nessuna dignità”, senza di lui non ce l’avrei fatta”

Max Pezzali a ruota libera su Mauro Repetto e le sue vicissitudini nei bagni degli aeroporti francesi…

Alzi la mano chi di voi non si è mai chiesto cosa facesse nella vita il biondino degli 883, oltre a qualche singolare balletto intorno a Max Pezzali durante i live della band italiana più in voga negli anni Novanta. Ebbene, stasera ci ha pensato proprio Max a far luce sulla questione, fidatevi, gliene sarete grati. Intervistato da Linus nel corso della prima puntata de Il Grande Cocomero, il sedicente Ragazzo Inadeguato, ha raccontato molto di sé e della sua carriera. Carriera che, dice, non sarebbe mai decollata senza l’aiuto di Mauro Repetto. Sì, il famigerato biondino.

La chiacchierata col direttore di Radio Deejay è stata ricca di spunti interessanti. Pezzali ha raccontato del suo ormai mitologico rapporto con la sfiga e con quel senso di inadeguatezza sbandierato a ogni piè sospinto in tutta la sua discografia. Il motivo di tali paranoie, dice, nasce proprio dal fatto di aver scelto di far vibrare armonicamente le proprie corde vocali per professione:

Credo che il cantante sia una specie di individuo borderline. Credo sia per questo che Ligabue definisce la categoria “O troppo accesi o troppo spenti”: da un lato c’è l’adrenalina del palco, dall’altro c’è la casa in cui magari ti prende la frustrazione perché non riesci a scrivere una canzone come vorresti.

Beh, frustrazione o no, c’è da dire che ogni suo brano sia diventato come minimo un successo se non un vero e proprio inno generazionale. Max però non ne sembra del tutto convinto e già che c’è racconta anche di come le groupie non facessero esattamente follie per stare con lui nel corso degli anni Novanta:

Io credo di essere sempre stato come uno di quei parenti che è un parente, sì, però è meglio farlo sedere lontano ai pranzi di famiglia. Tutto sommato molte persone mi ascoltavano ma probabilmente vergognandosene. Ora però sono arrivati i tempi dello sdoganamento di tutto, quindi si sdogana anche Max Pezzali. Ho avuto anche la sfiga di raggiungere l’apice del mio successo nel periodo in cui erano più quotati i deejay, quindi non ho mai avuto modo di conoscere moltissime groupie, anzi. Oggi i rapper sono i più quotati da questo punto di vista, ad esempio. Ma io con gli 883 cosa volevo fare? Credo fossimo la cosa meno arrapante del mondo!

Arrapanti o no, gli 883 hanno sbancato negli anni Novanta e Max non pensa minimamente che questo successo sia stato merito suo, anzi. Il nostro si dice certo che sarebbe ancora “in un angolo a scrivere canzoni da solo” se non avesse conosciuto il prode compare Mauro Repetto. Ecco come ricostruisce tutta la faccenda:

Senza Mauro non sarei mai diventato Max: era la parte spregiudicata dei due, io ero timido e non avrei mai avuto il coraggio di portare una cassetta a chi di dovere per farmi conoscere. Io ascoltavo solo musica punk che poi era la musica degli sfigati. Lui aveva un motto: “Dignità zero!”.

Linus a questo punto si dice dispiaciuto del fatto che la domanda più frequente su Repetto sia tuttora: “Ma che caz*o faceva il biondo degli 883?” e così invita Pezzali ad approfondire la descrizione del suo compagno di avventure musicali e, soprattutto, a spiegarci la ragione di quei terribili balletti:

Lui era il motore del gruppo. Solo che ad un certo punto si è messo a ballare: la prima volta che accadde io avrei voluto avere un malore in diretta tv piuttosto di stare su quel palco. Pensavo: “Ma cosa caz*o gli è venuto in mente?”. Però poi mi sono abituato. Ora comunque siamo rimasti in contatto, ci siamo sentiti giusto ieri, guarda.

E se purtroppo non sapremo mai cosa si siano detti durante l’utlima chattata su Whatsapp, Max non ci risparmia un succoso aneddoto esemplificativo della personalità del soggetto in questione:

Io e Mauro dovevamo trovarci a Milano per fare delle foto per un magazine. Lui ha sempre dietro il suo pc con cui scrive opere teatrali meravigliose. Arriviamo sul set e ci danno i vestiti da indossare per il servizio. Lui mi fa: “Devo cambiarmi in un’altra stanza perché non ho le mutande”. Perché? Perché in aeroporto a Parigi, dove vive attualmente, doveva andare in bagno dopo colazione. Ci va ma si dimentica di chiudere la porta a chiave e tiene il pc sulle ginocchia. Quando uno cerca di entrare, lui si alza istintivamente ma si rende conto che il computer stava per cadere…cerca di salvare il salvabile ma a quel punto le mutande fanno da “rete di protezione” tanto da rendersi “inservibili” all’uso, ecco. Me l’ha raccontato come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Non lo so, ma io su una vicenda del genere avrei voluto che Max trovasse l’ispirazione per il testo di una canzone. Eh, “Se solo avessi le parole…lo scriverei!”