Max Pezzali – Intervista a Wired.it pubblicata da Max Pezzali ConundecaForum il giorno mercoledì 3 novembre 2010 alle ore 12.19 Max Pezzali, maniaco dei gadget: "Cerco il Sacro Graal digitale" Il cantante è un collezionista sfegatato e svela a Wired.it che non riesce a fare a meno di Tumblr: "Segue la mia esistenza
Non solo uno smanettone, ma un vero e proprio collezionista di modernariato digitale. Max Pezzali è un grande appassionato di tecnologia da tempi non sospetti. Da qualche tempo su Tumblr, tra un video e una riflessione, posta spesso foto del suo archivio di oggetti “d’epoca”, tra cui aggeggi che il tempo ha quasi dimenticato. Lo abbiamo raggiunto telematicamente e lui ha risposto in tempo quasi reale alle nostre domande, scrivendoci dal suo iPad. “In questo periodo sono a casa a Roma in attesa di ricominciare le registrazioni dell’album nuovo a Milano a Novembre”, ci spiega.
Max, la tua passione per gli oggetti tecnologici viene da lontano. Sul tuo Tumblr hai postato immagini del Newton, il primo palmare Apple, e della prima fotocamera digitale, sempre targata Mela morsicata. Quando è nata questa passione?
"Fin da piccolo sono stato attratto dai gadget tecnologici, non tanto per la loro funzione ricreativa di "giocattoli per bambini cresciuti", quanto per una mia tendenza ossessiva alla ricerca del Sacro Graal digitale, il Dispositivo Assoluto che mi avrebbe aiutato a risolvere i problemi della vita di tutti i giorni. Qualche volta ci sono andato vicino, più spesso mi sono imbattuto in ciofeche colossali…"
Quanti oggetti del genere hai e conservi? Sempre dal Tumblr sembra che tu faccia proprio una collezione. Non solo Apple, ma anche Palm, videogiochi…
"Possiedo soprattutto palmari, dagli splendidi e sottovalutati Newton 100 e 2.000 al protosmartphone Handspring, passando per diversi minicomputer Sharp, Philips, Sony Clié, Psion; ho persino un Sony Magic Cap, un grosso device touchscreen dall’innovativa interfaccia utente che però fu un flop clamoroso. Ecco, mi piacciono soprattutto i dispositivi che nessuno ha capito, prodotti arrivati sul mercato prima che i consumatori fossero pronti ad accoglierli… Il mio pezzo forte è Pippin, il tentativo drammatico di Apple di costruire una console videoludica. Ne avranno si e no vendute dieci, e una ce l’ho io"!
"Retro tech: quando il Mobile Computing era più che altro un patetico atto di fede…", scrivi sempre da quelle parti. Che ricordi hai di quel periodo in cui chi aveva un computerino veniva guardato con sospetto?
"Chi cercava il computing in mobilità negli anni novanta era un pioniere. Il wi-fi non esisteva, bisognava combattere con configurazioni complicatissime per accedere a snervanti e instabili connessioni a 9600 bps; non che a casa le cose andassero molto meglio, visto che la maggioranza degli utenti aveva accesso a Internet con modem a 14.400 bps. Ricordo perfettamente un pomeriggio passato in un bar a litigare con le stringhe di inizializzazione di un modem della Motorola inserito nella porta PCMCIA del mio Newton e collegato al telefonino: dopo ore di tentativi a vuoto sono finalmente riuscito a inviare un fax tra gli applausi sarcastici dei presenti".
A proposito di Tumblr: Su Il Post notavano che sei uno dei pochi personaggi italiani a usarlo. Cosa ci trovi rispetto, per esempio, a Twitter o Facebook?
"Tumblr è perfetto per le mie esigenze. Mi serviva una sorta di blocco degli appunti remoto sul quale annotare rapidamente le cose che mi accadono intorno, dettagli che m’incuriosiscono, foto, filmati di YouTube, pensieri: un raccoglitore di ritagli di vita. Si configura in pochi istanti, i template di serie sono semplici ma allo stesso tempo eleganti, è facile ritrasmettere in automatico i post verso Twitter, l’app per iPhone è ottima: per me Tumblr è straordinario".
Come decidi le cose da postare su Tumblr, quanto hanno a che fare con te e quanto con il tuo lavoro?
"Tumblr segue gli andamenti della mia esistenza: ci sono momenti in cui si sente di aver qualcosa da dire, altri in cui si preferisce stare a guardare ciò che succede. È lo specchio della vita, l’humus di esperienze da cui poi nascono anche le canzoni".
Quanta di questa passione tecnologica finisce poi nel tuo lavoro di musicista?
"Adoro lavorare con la tecnologia. Il mio percorso musicale è iniziato dal manuale d’istruzioni di una batteria elettronica Roland TR-707, non da una lezione di solfeggio; il rapporto con le macchine e con i software di creazione musicale è sempre stato il pilastro fondamentale per il mio modo di vivere questo mestiere, che è anche e soprattutto passione. Se voglio scrivere una canzone per me è naturale e immediato pensare a GarageBand, Logic o Reason: sono miei strumenti espressivi essenziali, con la stessa capacità evocativa che un’acustica Martin o un piano Steinway possono avere per qualcun altro".
Ti piace o ti infastidisce la presenza o l’invadenza della tecnologia nella musica odierna?
"Senza la tecnologia non esisterebbe la musica dell’ultimo secolo. Senza i grammofoni e la radio la musica popolare non si sarebbe potuta registrare né diffondere capillarmente nella prima metà del 900. Senza la chitarra elettrica non sarebbe nato il rock. Senza il campionatore non sarebbe esistito l’Hip Hop. Gli esempi sono mille. Chi decide quando le macchine sono troppo invasive? Dal canto mio ho una visione umanistica della tecnologia, che poi è la stessa che ha animato Wired dai tempi eroici della sua fondazione: l’importante è che al centro di ogni innovazione rimanga sempre l’Uomo, con i suoi sogni, le sue speranze, le sue utopie. Nelle sue mani, anche un rasoio elettrico può diventare uno strumento per raccontare emozioni".